A seguito della costante analisi dei flussi commerciali in arrivo in Italia attraverso il porto di La Spezia e all’incrocio dei dati, con quelli della banca dati SERPICO dell’Anagrafe Tributaria, i funzionari dell’Ufficio Antifrode della Dogana di La Spezia hanno individuato una società con sede legale a Roma che, nel corso del periodo 2013/2014, ha ricevuto numerose partite di prodotti elettronici provenienti dalla Turchia, quali televisori di ultima generazione, utilizzando, all’atto dell’importazione in Italia, il plafond I.V.A. asseritamente maturato nei confronti dell’Erario.
Da un primo esame è apparso che la società importatrice non aveva presentato la dichiarazione dei redditi relativa all’anno 2013, non teneva le scritture contabili e utilizzava indebitamente la posizione di "esportatore abituale".
I legali rappresentanti della stessa erano già stati in precedenza indagati nell’ambito di un procedimento penale per truffa aggravata le cui indagini, condotte dagli stessi funzionari spezzini, avevano portato al recupero di merce indebitamente appropriata a seguito di truffa per oltre 1,5 milioni di euro.
Successivamente sono state svolte indagini dirette ad accertare l’effettivo luogo di destinazione delle merci importate e di effettiva dimora degli indagati. Acquisito il necessario riscontro probatorio, sono poi scattate le perquisizioni svolte, con la collaborazione delle Dogane territoriali, in diversi locali (sia ad uso abitativo che ufficio o studio professionale) a Roma, Fermo, Verona e Monteforte d’Alpone, che hanno consentito di accertare che la società importatrice ha presentato all’autorità doganale, all’atto dell’importazione, diverse dichiarazioni di intento ideologicamente false al fine di evadere il pagamento dell’I.V.A. in misura pari a
520.000 euro e che, successivamente allo sdoganamento, ha ceduto la merce "in nero" ad un’altra società, con essa connivente, di Como.
I legali rappresentanti della società romana sono stati denunciati per contrabbando aggravato, falso ideologico, soppressione delle scritture contabili ed omessa presentazione della dichiarazione dei redditi mentre il legale rappresentante della società effettiva destinataria delle spedizioni è stato denunciato per ricettazione aggravata.