Nell’ambito dell’operazione denominata "REKORD", funzionari dell’Ufficio delle Dogane di Como e militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Como, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Como, hanno concluso un complesso intervento di contrasto all’evasione dell’imposta sul valore aggiunto e di altre imposte.
Sono state denunciate 35 persone, di cui 17 destinatarie di ordinanza di custodia cautelare (8 in carcere e 9 ai domiciliari), con contestuale sequestro preventivo di beni mobili e immobili, conti correnti, denaro contante e merci per un valore pari a circa 85 milioni di euro.
L’operazione si è sviluppata sul territorio nazionale, nelle province di Napoli, Salerno, Avellino, Roma, Ravenna, Milano, Monza - Brianza, Cremona e Firenze.
L’illecito contestato è di aver promosso e costituito un’associazione per delinquere, a carattere transnazionale, volta all’emissione e all’utilizzo di fatture per operazioni oggettivamente e soggettivamente inesistenti, all’occultamento e/o alla distruzione delle scritture contabili, a omesse dichiarazioni (IVA e redditi), al falso in atto pubblico in relazione alle dichiarazioni doganali di esportazione presentate in dogana.
L’operazione è scaturita da una attività di controllo posta in essere dal Servizio Antifrode dell’Ufficio delle Dogane di Como avente ad oggetto "pen drive" e "micro sd" a marchio "Rekord" non conformi alla normativa che disciplina il c.d. "made in Italy". Tali merci venivano fittiziamente esportate dall’Italia in Svizzera per essere immesse in consumo in altri Stati Membri dell’Unione Europea.
Le indagini hanno avuto origine dall’esame della merce e delle fatture di vendita del materiale informatico i cui prezzi, in maniera del tutto ingiustificata dal punto di vista tecnico e/o qualitativo, risultavano superiori ai prezzi al dettaglio di prodotti aventi le stesse caratteristiche tecniche ma appartenenti a marchi ben più noti.
L’attività di polizia giudiziaria, iniziata nel novembre 2015, grazie anche al supporto della Direzione Regionale per la Lombardia e della Direzione Centrale Antifrode e Controlli – Ufficio Mutua Assistenza e Cooperazione Amministrativa dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, si è sviluppata attraverso:
- 12 rogatorie internazionali;
- controlli simultanei in ambito IVA riguardanti operatori economici ubicati in diversi Stati membri (Malta, Austria, Cipro, Portogallo, Spagna, Slovenia, Croazia, Slovacchia, Polonia, Romania, Lettonia, Repubblica Ceca e Ungheria);
- controlli tramite Mutua Assistenza Amministrativa doganale con la Confederazione Elvetica.
Sono state così individuate 70 società commerciali, ubicate sia nella UE che in Svizzera, direttamente coinvolte a vario titolo nella frode (tra cartiere/missing traders, società filtro, brokers, rivenditori operanti nella Grande Distribuzione Organizzata, fornitori e clienti finali) e circa una decina di logistiche utilizzate dall’organizzazione.
L’ammontare delle fatture emesse da parte delle società "cartiere" e "filtro" coinvolte nella frode è pari a circa 300 milioni, oltre all’IVA per circa 60 milioni di euro (anni 2015 e il 2016).