UFFICIO DELLE DOGANE DELLA SPEZIA SEQUESTRATE 20.000 MAGLIE E CARDIGAN E OLTRE 43.000 ETICHETTE CON LA DICITURA “MADE IN ITALY”

I funzionari dell’Ufficio Antifrode delle Dogane della Spezia hanno scoperto, in collaborazione con i militari della Guardia di Finanza, l’attività illecita di una società toscana del comparto tessile che distribuiva sul mercato comunitario e internazionale articoli di maglieria confezionati in Bangladesh commercializzandoli come creati e confezionati in Italia.
Tutto è scaturito da un controllo ispettivo eseguito sulla merce importata dalla società che pubblicizzava sul web l’alta qualità del “Made in Italy” dei loro prodotti.
Dai riscontri effettuati, anche tramite le banche dati dell’Agenzia e lo scrupoloso incrocio delle informazioni da esse estratte, si è appurato che la società aveva effettuato numerose importazioni dal Bangladesh di articoli di abbigliamento perfettamente finiti e che la quantità della merce era pari a quella commercializzata. Gli investigatori hanno accertato, inoltre, che la società non disponeva di una propria catena di produzione né aveva operai tra i propri dipendenti, ma esclusivamente personale con mansioni amministrative.
È stato quindi attivato un assiduo e paziente monitoraggio delle spedizioni verso l’estero grazie al quale è stato individuato un carico di circa 10.000 pezzi, tra maglie e cardigan, destinati a essere esportati verso il Centro America.
La conferma ai sospetti emersi durante le investigazioni si è ottenuta all’atto dell’ispezione del container in esportazione, quando veniva riscontrato che vi erano maglie e cardigan identificate come “Made in Italy”, che però nulla avevano a che fare con il nostro Paese; si trattava infatti di quelle stesse maglie anonime, prive di marchio e d’origine, che erano state importate oltre due mesi prima dal Bangladesh.
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I funzionari doganali e finanzieri hanno operato in porto il sequestro delle maglie ed eseguito, su disposizione della Procura, la perquisizione dei locali dell’impresa dove sono stati rinvenuti altri 10.000 articoli illegittimamente etichettati con la dicitura “HECHO EN ITALIA” (fatto in Italia) e oltre 43.000 etichette pronte per essere applicate ad altro vestiario.
Su disposizione della Magistratura, gli indagati hanno provveduto a rimuovere dalle maglie sequestrate tutte le etichette illecitamente apposte e ad applicarne di nuove attestanti la reale origine.