SCOPERTA A PERUGIA ORGANIZZAZIONE CRIMINALE OPERANTE NEL MERCATO ENERGETICO

Sotto la direzione della Procura della Repubblica di Perugia, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza con la collaborazione dell’Ufficio delle Dogane di Perugia hanno dato ieri esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. nei confronti di nove soggetti (due in carcere, cinque agli arresti domiciliari, due con obbligo di dimora), indagati, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di delitti tributari, truffe aggravate ai danni dello Stato e dei fornitori, bancarotta fraudolenta, riciclaggio e autoriciclaggio.

Contestualmente, gli investigatori hanno eseguito il sequestro preventivo di oltre 30 milioni di Euro pure disposto dal G.I.P. sui conti correnti, sulle quote societarie e sui beni mobili e immobili riconducibili agli indagati.

I provvedimenti restrittivi riguardano un’organizzazione criminale con base operativa a Perugia operante nel mercato energetico, che, attraverso un articolato meccanismo fraudolento, ha incassato i corrispettivi per le forniture di gas e energia elettrica erogati a una fitta clientela (privati, aziende e Enti pubblici) omettendo il pagamento di oltre 20 milioni di Euro dovuti sotto forma di accise, iva e altre imposte.

Le indagini di polizia giudiziaria, dirette dalla Procura di Perugia e partite da una segnalazione del servizio antifrode dell’ufficio delle dogane perugino, hanno consentito di scoprire la truffa preparata dai promotori dell’organizzazione, tra cui due imprenditori locali e un professionista del capoluogo umbro, che hanno utilizzato nel tempo, in rapida successione, tre società preordinatamente destinate a operare nel mercato energetico in completa evasione di imposte, maturando ingenti debiti anche nei confronti dei fornitori.

Le investigazioni hanno anche consentito di accertare come, sotto la qualificata regia tecnico-giuridica del professionista, l’organizzazione, temendo gli esiti degli accertamenti in corso, abbia anche operato uno "svuotamento" dalle casse dell’ultima azienda di ben nove milioni di Euro, simulando dei contratti di fornitura con una società residente negli Emirati Arabi, ma, di fatto, riconducibile a uno dei due promotori dell’organizzazione per fare fuoriuscire provviste finanziarie in parte rientrate in Italia sotto forma di aumento del capitale sociale di due nuove aziende, operanti nel campo dell’energia e della nautica.