Il Consiglio ha deciso di imporre misure restrittive nei confronti di altre sette persone e due entità responsabili di gravi violazioni dei diritti umani in Iran, compreso l'uso del sistema giudiziario come strumento di detenzione arbitraria.
L'Unione europea continua a essere profondamente preoccupata per la sconvolgente pratica dell'Iran di detenere arbitrariamente cittadini dell'UE e con doppia cittadinanza per motivi pretestuosi, al fine di ottenere vantaggi politici. Lo scorso anno si è registrato un drastico aumento del numero di esecuzioni, anche di donne e persone appartenenti a minoranze etniche e religiose, nonché di un cittadino europeo.
La libertà di opinione e di espressione, la libertà di religione o di credo e la libertà di riunione sono state sempre più limitate e sono state adottate misure che minacciano i difensori dei diritti umani, i giornalisti e i dissidenti politici.
In questo contesto l'UE ha imposto sanzioni nei confronti della prigione centrale di Shiraz, situata nella provincia di Fars, e della prima sezione del tribunale rivoluzionario di Shiraz. Ha inoltre imposto misure restrittive nei confronti di membri del sistema giudiziario, tra cui Hedayatollah Farzadi, direttore del carcere di Evin, e Mehdi Nemati, capo del dipartimento per l'intelligence e la protezione delle carceri di Fars.
Le misure restrittive si applicano ora a un totale di 232 persone e 44 entità. Consistono nel congelamento dei beni, nel divieto di viaggio nell'UE e nel divieto di mettere fondi o risorse economiche a disposizione di entità e persone inserite in elenco. È in vigore anche il divieto di esportazione verso l'Iran di attrezzature che potrebbero essere utilizzate per la repressione interna e di attrezzature per la sorveglianza delle telecomunicazioni.
L'Unione europea esprime il proprio sostegno all'aspirazione fondamentale del popolo iraniano a un futuro in cui i diritti umani universali e le libertà fondamentali siano rispettati, protetti e onorati.