Il 10 febbraio 2025 il Presidente degli Stati Uniti ha emesso le Presidential Proclamations n. 10895 “Adjusting Imports of Aluminum into the United States” e n. 10896 “Adjusting Imports of Steel into the United States” introducendo dazi aggiuntivi del 25% su alluminio, acciaio e prodotti derivati importati negli Stati Uniti da
qualsiasi Paese a partire dal 12 marzo c.a.
Con le nuove disposizioni, infatti, le esenzioni precedentemente concesse a Paesi quali Canada, Messico e Unione Europea, sono state revocate, rendendo le nuove tariffe applicabili a tutte le importazioni senza eccezioni.
Per l’alluminio, i dazi doganali supplementari del 10% sono aumentati al 25% per i prodotti ricompresi nei capitoli 72, 73, 76, e 87 dell’Harmonized System, e si allarga ulteriormente includendo articoli dei capitoli 66, 76, 83, 84, 85, 87, 88, 90, 94, 95 e 96. L’elenco comprende componenti per veicoli, articoli di arredamento, parti di aeromobili, dispositivi elettrici e vari manufatti in alluminio trasformato.
Per l’acciaio, oltre alle voci già soggette ai dazi del 2018, il nuovo provvedimento include ulteriori prodotti siderurgici – classificati nei capitoli 73, 84, 85 e 94 – quali, tra gli altri, tubi e raccordi, strutture in acciaio, macchinari industriali e componentistica specifica.
L’imposizione di questi nuovi dazi rappresenta dunque un ampliamento significativo delle misure protezionistiche già esistenti, con un impatto rilevante sulle importazioni di numerose categorie merceologiche.
In risposta a quanto sopra, la Commissione europea ha prontamente annunciato contro-misure adottate nell’ambito del Regolamento 654/2014 c.d. “Enforcement Regulation”, modificato nel 2021 proprio per reagire a misure incompatibili con la disciplina multilaterale del commercio senza attendere la pronuncia
dell’Organizzazione Mondiale del Commercio.
Dal primo aprile, infatti, Bruxelles applicherà dazi alle merci statunitensi per un valore totale fino a 26 miliardi euro. In particolare, la Commissione ha calcolato che i dazi americani del 2018-2020, ripristinati, impattino su circa 8 miliardi di euro di esportazioni europee, mentre quelli introdotti dal 12 marzo su ulteriori 18 miliardi.
Complessivamente, quindi, le contromisure mireranno a compensare il danno subito e si articoleranno in due momenti:
(i) dal primo aprile saranno ripristinate le vecchie misure di riequilibrio ai dazi del 2018 e 2020, che si applicano a una serie di prodotti quali barche, motociclette, liquori come il bourbon. Quest’ultime
risponderanno al danno economico arrecato a 8 miliardi di euro di esportazioni di acciaio e alluminio dell’Ue;
(ii) dal 13 aprile – previa consultazione con Stati membri e stakeholders – entrerà in vigore un nuovo pacchetto di dazi sui prodotti americani. Tali contromisure riguarderanno merci per un valore di circa 18 miliardi di euro, pareggiando così il valore dell’offesa americana. I prodotti colpiti saranno prodotti industriali – acciaio e alluminio, tessuti, articoli in pelle, elettrodomestici, utensili per la casa, plastica, prodotti in legno – e agricoli, tra cui pollame, carne bovina, alcuni frutti di mare,
noci, uova, latticini, zucchero e verdure.
Su quest’ultimo elenco, è in corso una consultazione pubblica aperta a chiunque sia colpito dalle misure americane e da quelle della possibile risposta della UE (dunque estendibile a tutte le Associazioni e le imprese interessate) che si concluderà il 26 marzo per poi finalizzare rapidamente l’atto di esecuzione che dovrà
essere adottato dagli Stati membri. L’obiettivo è appunto che tali misure entrino in vigore già a metà aprile.
Come chiariscono le fonti UE, la Commissione si sta adoperando per definire un pacchetto che colpisca maggiormente prodotti importanti per l’economia degli Stati a maggioranza repubblicana assicurandosi di avere buone alternative sui mercati globali, quindi senza gravare troppo sull’economia europea.
In ogni caso, l’Ue rimane disposta a revocare le misure di cui sopra qualora si trovi una soluzione negoziata con l’amministrazione statunitense.